Lavanda e bergamotto tra le opere d’arte: il nuovo Museo Giardino di Mario Cucinella Architects a Palermo

Published
12
/
04
/
2024
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Come i sollazzi, le antiche dimore di delizia arabo-normanne circondate da magnifici parchi, o i salotti verdi del Settecento e dell’Ottocento, in città, nella Conca d’oro siciliana. Il nuovo polo culturale palermitano crea un giardino in un’area dismessa, con alberi da frutto, erbe aromatiche e arbusti perenni. Firmato dallo studio Mario Cucinella Architects e approvato dalla giunta comunale lo scorso 8 aprile, il Museo Giardino Santa Rosalia sarà una «teca aperta alla città sotto a un giardino pensile», come ha commentato lo studio, dove ai profumi della lavanda, del mirto e del ligustro si accompagnano i colori delicati dell’erba stella e dell’elicriso, all’ombra dell’albero di Giuda, del bergamotto e del melograno. A Palermo, la tradizione dei giardini con piante endemiche ed esotiche ha radici lontane nel tempo. Oggi, questa tendenza diventa volano per una riqualificazione urbana con ampio respiro culturale del quartiere e della città intera.

Il progetto voluto da Fondazione Sicilia recupera un’area dismessa da anni portando spazi verdi aperti nel capoluogo siciliano. Il progetto è il primo approvato dalla Regione che consente a un privato di agire nel centro storico

Dalla demolizione dell’edificio abbandonato di piazza Guzzetta, la città amplia la superficie museale di Palazzo Branciforte con un nuovo spazio pensato per accogliere mostre temporanee. Con un piano proposto dalla Fondazione Sicilia che ha recuperato un immobile abbandonato da anni per restituirlo alla città sostituendo verde e natura al cemento, i lavori inaugurano «una nuova stagione urbanistica di altissimo livello architettonico. Il progetto di Mca, infatti, è un gioiello di architettura contemporanea sensibile alle identità culturali e urbanistiche della città», come ha commentato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. Particolarmente importante alla luce soprattutto del fatto che «si tratta della prima delibera comunale che», ha spiegato il presidente della Fondazione Raffaele Bonsignore, «nel riconoscere la pubblica utilità di un’opera che verrà realizzata dalla Fondazione Sicilia, concede la possibilità a un privato di intervenire nel centro storico di Palermo in deroga al piano regolatore».

Tradizione e spiritualità

In occasione dei 400 anni del ritrovamento delle spoglie della patrona della città che cadono nel 2024, il polo ha preso il nome di Museo Giardino Santa Rosalia, che sarà in dialogo architettonico con il Monte dei pegni di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte. Le tracce storiche e tradizionali «sono state la guida per la progettazione della copertura pensile del nuovo edificio museale», ha commentato lo studio di architettura: «Oggi la zona circostante il Palazzo Branciforte è densamente costruita, ma proprio per questo l’intervento può diventare la matrice generante di un corridoio ecologico che la connetta con le altre aree verdi della città. Per celebrare la ricorrenza, la fondazione ha anche inaugurato le due mostre-evento Le estasi di Rosalia, a Villa Zito, e Rosalia 400, a Palazzo Branciforte.