L'arte moderna e contemporanea fa il suo ingresso a Brera: apre Palazzo Citterio e nasce “la Grande Brera”

Published
08
/
12
/
2024
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L'arte moderna e contemporanea fa il suo ingresso a Brera: apre Palazzo Citterio e nasce “la Grande Brera”

Se ne parlava da 52 anni del polo artistico “la Grande Brera”, che nasce contestualmente con l'inaugurazione di Palazzo Citterio. Sarà un'estensione della Pinacoteca dedicata alle collezioni novecentesche di Jesi e Vital

Palazzo Citterio © Walter Vecchio
Palazzo Citterio © Walter Vecchio

Con l'inaugurazione di Palazzo Citterio a Milano nasce “la Grande Brera”, una comunità di arti e scienze. Qui verrà ospitata soprattutto arte moderna e contemporanea

A inizio Novecento, all'ultimo piano di quello che si chiama ora Palazzo Citterio e che sorge a Milano in via Brera 12-14, abitavano Emilio Jesi, un commerciante di caffè, insieme alla moglie. I due condividevano una passione smisurata per l'arte del Novecento italiano e a casa loro invitavano ogni settimana collezionisti e pittori a fare salotto, a chiacchierare delle opere che stavano terminando mentre sorseggiavano qualche tazza di caffè. Era un grandissimo amante di Filippo De Pisis, di cui aveva collezionato oltre venti dipinti, e di Boccioni, di cui possedeva “Rissa in galleria” e altri quadri che ritraevano la movida inizio-novecentesca milanese. Gli piacevano molto anche Morandi e Sironi, ma quando i suoi ospiti entravano nell'appartamento a canalizzare l'attenzione erano i ritratti femminili di Modigliani, e soprattutto i Picasso ("Testa di Toro" tra tutte). È dal 1972 che abbiamo testimonianze di tentativi per far rivivere la casa di Emiliano Jesi come salotto artistico: in quell'anno, infatti, lo Stato italiano acquisisce il palazzo settecentesco di via Brera e l'allora direttore della Pinacoteca di Brera (che sorge a qualche civico di distanza) Franco Russoli formula l'idea della “Grande Brera” (una comunità di arti e scienze).

Palazzo Citterio inaugura e nasce la Grande Brera l'arte moderna e contemporanea arriva a Brera
© Walter Vecchio
Palazzo Citterio inaugura e nasce la Grande Brera l'arte moderna e contemporanea arriva a Brera
© Walter Vecchio

Nella sua mente, la Grande Brera significava una rivoluzione per un'istituzione abituata sempre a pensarsi in termini antichi. La Grande Brera sarebbe stata un polo urbano fondamentale nelle dinamiche culturali e sociali della città di Milano, perché avrebbe rappresentato in maniera unitaria un edificio nel quale da secoli coabitano e collaborano otto istituzioni: la Pinacoteca, appunto, l'Accademia delle Belle Arti, l'Osservatorio Astronomico Lombardo, l'Orto Botanico, poi l'associazione Amici di Brera, la Società Storica Lombarda, l'Archivio Ricordi e ora Palazzo Citterio. Nel corso dei secoli il complesso di Brera è stato sede dell'ordine religioso degli Umiliati, poi collegio dei Gesuiti, è stato proprietà di Maria Teresa d'Austria e anche di Napoleone, della Monarchia dei Savoia fino alla Repubblica Italiana: insomma un archivio prezioso delle memorie cittadine nazionali che lo hanno abitato e modificato e delle comunità che lo hanno attraversato e continuano a farlo ogni giorno. Dall'acquisizione statale avvenuta nel 1972 a oggi, il Palazzo ha incontrato tante difficoltà, tra cambiamenti progettuali e di direzione. Nel 1984 apre una mostra di Alberto Burri ma chi viene a visitarlo rimane deluso quando scopre che il Palazzo è in realtà ancora incompiuto. Nel 1986 l'associazione “Amici di Brera” affida all'architetto James Stirling il progetto di ristrutturazione e ampliamento di Citterio al fine di realizzare un museo internazionale, «in particolare per l'allestimento di mostre temporanee e per l'esposizione di arte italiana contemporanea». Doveva diventare un museo moderno. Lo diventa nel 2024, che è l'anno in cui si insedia il nuovo direttore generale della Pinacoteca di Brera Angelo Crespi. Inaugura l'8 dicembre con la collocazione delle collezioni Jesi (proprio l'Emilio Jesi che vi abitava nel secolo scorso) e Vitali al piano nobile e altre esposizioni negli spazi adiacenti, aprendo le porte, dopo mezzo secolo, al pubblico. E così nasce anche la Grande Brera.

Quali opere si possono vedere

Fa parte proprio della bellezza delle prime volte, non sapere su quale delle opere puntare e catalogare come capolavoro, quando tutte risplendono a loro volta della luce della novità. C'è quel “Rissa in galleria” di Boccioni, una fiumana di persone che fanno acquisti in Galleria Vittorio Emanuele veicolate da strisce di luce e colori, ci sono le donne dai colli lunghi e dagli occhi a mandorla di Modigliani, la “Musa Metafisica” di Carlo Carrà. La testa di toro di Picasso, i 13 Morandi a cui è dedicata un'intera sala. Questi sono i quadri che fanno parte della collezione di Jesi, che si possono osservare ora allo stesso modo in cui osservavano gli ospiti che facevano il loro ingresso nella casa del commerciante di caffè Emilio Jesi cent'anni fa. Anche dalla collezione di Lamberto Vitali provengono opere novecentesche monumentali, ma anche reperti archeologici, come vasi egizi e monili micenei, sculture romaniche e mosaici medioevali. Un disegno di Leonardo da Vinci e tre Edgar Degas. Una sala che dà sul versante del giardino ha le pareti tappezzate dai 152 Autoritratti che Cesare Zavattini aveva commissionato agli artisti protagonisti del Novecento: aveva chiesto agli artisti suoi contemporanei di dare una libera interpretazione di sé. Sono le prime volte che all'interno di Brera entrano delle opere moderne, soprattutto contemporanee. Dell'allestimento se n'è occupato l'architetto Mario Cucinella, chiamato nel 2024 per ridefinire l'esposizione delle collezioni di Jesi e Vitali e poi anche l'ingresso.

Modigliani Enfant gras
Modigliani, Enfant gras
Umberto Boccioni Rissa in galleria
Umberto Boccioni, Rissa in galleria
Mario Sironi La lampada
Mario Sironi, La lampada

Appena fuori dalle nuove aggiunte novecentesche, nella sala al primo piano i lavoratori in rivolta nel quadro di quattro metri “La Fiumana” (1898) di Giuseppe Pellizza accolgono il visitatore. In realtà appena questo entra a Palazzo Citterio a salutarlo c'è un Padiglione in legno a forma di tempio circolare, che offre uno spazio coperto dove sedersi e sostare. Donato dal Salone del Mobile.Milano, il “Tempietto” di ispirazione bramantesca riprende un dialogo che aveva iniziato la Pinacoteca, perché trae ispirazione da un dettaglio dell'opera di Raffaello “Lo sposalizio della Vergine”. Poco più avanti si accede all'ipogeo del Palazzo, in cui è prevista fino a marzo 2025 l'esposizione dal titolo Mario Ceroli. La forza di sognare ancora, a cura di Cesare Biasini Selvaggi. Comprende 10 lavori monumentali inediti site-specific, eseguiti nell’ultimo anno dall’artista ideati proprio per essere esposti nello spazio che aveva progettato James Stirling negli anni Cinquanta (e dove Vogue Italia ha esposto la mostra **Sessant'anni di futuro) **alcuni dei quali ultimati proprio qui.

Palazzo Citterio inaugura e nasce la Grande Brera l'arte moderna e contemporanea arriva a Brera
© Walter Vecchio
Palazzo Citterio inaugura e nasce la Grande Brera l'arte moderna e contemporanea arriva a Brera
© Walter Vecchio
Palazzo Citterio inaugura e nasce la Grande Brera l'arte moderna e contemporanea arriva a Brera
© Walter Vecchio

Una mostra per capire meglio la Grande Brera

«Un sistema urbano complesso», è così che viene definita la “Grande Brera” dall'architetto e storico dell'architettura Luca Molinari, che ha curato la mostra La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze allestita all'ultimo piano di Palazzo Citterio e visitabile fino a primavera. «Non esiste altra fabbrica in città che contenga in sé tanta complessità istituzionale, comunitaria e intellettuale in perfetta continuità con la storia milanese». La visita alla mostra diventa una lettura necessaria del Palazzo di Brera e della sua ricchezza culturale e sociale per la città di Milano perché disvela le vicende architettoniche e delle comunità che hanno vissuto nell'edificio di Brera. «Ci sono 500 pezzi in mostra da 25 istituzioni diverse. Grande Brera ha due anime: è stato un laboratorio di architettura che da 500 anni costruisce Milano e la sua comunità, un laboratorio di arte, scienza, formazione e cultura». E ricorda che proprio all'Osservatorio sono state compilate le prime mappee di Marte, in esposizione insieme alla prima carta della città di Milano commissionata da Carlo Borromeo e ai disegni di nuovi incroci di piante scoperte da qualche botanico del Settecento all'Orto. Il manifesto per una comunità che sta in piedi da secoli ma che trova un nome solo oggi. La Grande Brera.

Palazzo Citterio inaugura e nasce la Grande Brera l'arte moderna e contemporanea arriva a Brera
© Walter Vecchio
Palazzo Citterio inaugura e nasce la Grande Brera l'arte moderna e contemporanea arriva a Brera
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