Gli Innovation District rappresentano nuovi modelli urbani che si stanno affermando a livello mondiale. Si tratta di aree geografiche in cui si concentrano e si collegano aziende e organizzazioni all’avanguardia, start-up, incubatori d’impresa e acceleratori che operano e fanno ricerca in diversi settori. Sono luoghi, brani di tessuto urbano fisicamente compatti, accessibili e ben infrastrutturati attraverso un’efficiente rete di trasporti. Offrono una nuova centralità grazie alle loro caratteristiche intrinseche date da una molteplicità di funzioni e spazi, che favoriscono l’interazione e lo scambio.
Tali nuovi modelli di quartiere divengono incubatori di risorse economiche, fisiche e di networking. Quando questi tre pilastri si combinano creano un ecosistema d’innovazione, che si traduce in una relazione sinergica tra persone, aziende e luogo, inteso come la geografia fisica del distretto in grado di facilitare la generazione di idee e accelerare il business dello stesso.
Questi ultimi definiscono tutte quelle caratteristiche che saranno in grado di migliorare la qualità della vita degli utenti, da un punto di vista ambientale, sociale ed economico. Inoltre, vanno a delineare un nuovo modello urbano, secondo principi di efficienza energetica, azione climatica, benessere, comunità e design innovativi, alla luce dei cambiamenti che le nostre città affronteranno.
Per ridurre a zero lo spreco di risorse legato alla progettazione e alla costruzione del masterplan, lo sviluppo di MIND si fonda sui principi di circolarità, secondo un approccio LCA, che tiene in considerazione l’intero ciclo di vita dell’intervento. L’efficienza energetica si estende a scala di edificio e a quella di masterplan, favorendo l’utilizzo di strategie passive atte a ridurre al minimo l’uso di sistemi attivi.
Peculiarità del progetto sono infatti i suoi altissimi standard di sostenibilità: a scala di distretto riceverà la certificazione LEED for Cities and Communities; a scala di edifici, sono stati applicati principi basati sul DFMA – Design For Manufacturing and Assembly -, metodo che consente di controllare e garantire le emissioni di carbonio e di CO2 per l’intero ciclo di vita degli edifici stessi. Inoltre, questi ultimi saranno certificati LEED BD+C e WELL.
Tutti i nuovi spazi sono progettati e concepiti come sistemi resilienti in grado di rispondere ai cambiamenti che nei prossimi anni sconvolgeranno gli attuali scenari. Viene creata quindi una strategia basata sulla mitigazione dei rischi e sulla prevenzione, tramite simulazioni e verifiche ambientali svolte, in linea con gli obiettivi di Lendlease e MCA, seguendo uno scenario di proiezione futura (IPCC RCP 8.5 – 2090).
Nell’ottica dei continui cambiamenti e nuove prospettive di sviluppo delle città, gli Innovation Districts hanno bisogno di caratteristiche identitarie, del giusto equilibrio tra spazi di lavoro e abitativi, spazi pubblici di qualità, servizi e trasporti, elementi che favoriscano l’inclusione e la relazione. Caratteristiche fisiche, i physical assets, che supportino e alimentino la crescita di questo “ecosistema innovativo”.
Nello sviluppo di MIND è stata data particolare importanza alla sinergia di alcuni dei più comuni physical assets con i sustainability pillars, che hanno rappresentato la concretizzazione delle scelte progettuali predisposte in fase iniziale all’interno dello spazio. Essi riguardano sostanzialmente: implementazione del trasporto pubblico, spazi condivisi, aree verdi ed infrastrutture naturali per la lotta ai cambiamenti climatici, creazione di spazi accessibili e del common ground, ovvero il grande spazio urbano, fulcro e comune denominatore di tutto lo sviluppo.
In linea con tale approccio, la componente naturale rappresenta uno dei principi generatori di questo Innovation District, divenendo elemento sia di connessione sia di difesa e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento.
Anche la mobilità diventa in tal senso un elemento chiave. Viene ripensato un sistema di spostamento intelligente e sostenibile che consentirà di riconnettersi al contesto e di ottimizzare i flussi all’interno del nuovo sviluppo. Una pianificazione strategica e strutturata che permetterà, massimizzando la pedonalità e l’accessibilità a tutti i servizi nella breve distanza, di minimizzare l’utilizzo di mezzi di spostamento individuale.
La rete di spazi pubblici collega le comunità circostanti al nuovo distretto, garantendone una reale integrazione con lo sviluppo urbano limitrofo. Anche tale accorgimento progettuale segue la volontà di assicurare agli utenti benessere e qualità della vita, elementi che sono risultato di strategie riguardanti non solo gli aspetti ambientali o climatici, ma anche quelli legati al placemaking, cioè a quanto messo in atto – in modo innovativo, chiaro e tangibile – in relazione alla qualità degli spazi creati e alle attività proposte.
È qui che l’architettura, insieme alla ricerca, forniscono una nuova chiave di lettura per concretizzare questo principio e sviluppare un nuovo modello di vivere e progettare la città.