La Scuola dei Desideri esiste: è in Abruzzo ed è stata progettata ascoltando i sogni dei bambini

Pubblicato
04
/
06
/
2024
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©Walter Vecchio

Quando si parla di edilizia scolastica, in genere le notizie non sono incoraggianti. Il 23° rapporto «Ecosistema Scuola» di Legambiente lo conferma senza mezzi termini: le scuole del nostro Paese, soprattutto ma non solo al sud, sono in ritardo cronico sulla riqualificazione edilizia e il 40% dei progetti finanziati con il PNRR sono fermi alle fasi iniziali.

In ogni scuola ci aspetteremmo un livello minimo di piacevolezza estetica e uno massimo di sicurezza, ma così il più delle volte non è.

Ogni nuova scuola è una buona notizia

Sì, lo è perché una nuova scuola è un gesto di amore verso il futuro da parte della collettività. Però, ecco, ci sono scuole e scuole, e quella appena inaugurata a Pacentro, in Abruzzo, nel cuore del Parco della Maiella, è un po’ diversa dal solito e lo si intuisce già dal nome: Scuola dei Desideri Mario Silvestri. Un istituto comprensivo nuovo in un territorio segnato da un terremoto i cui effetti sono ancora visibili a distanza di quindici anni: il progetto, curato dagli studi MCA - Mario Cucinella Architects e LAP architettura, ha richiesto un investimento di 1 milione e 700 mila euro, reso possibile dai fondi post sisma.

Ne è nata «una scuola all’avanguardia nel mondo», come l’ha definita Guido Angelilli, Sindaco di Pacentro, ma anche una struttura basata sul concetto di learning landscape: «Lo spazio diventa esso stesso educatore perché in un edificio ben progettato, bello e luminoso, gli studenti apprendono meglio e sentono che, attraverso l'architettura, ci stiamo prendendo cura di loro», ci spiegano i progettisti. «La classe non è più l’unico luogo dell’apprendimento ma ogni angolo della scuola è pensato per stimolare la curiosità, la creatività, la socialità, l'individualità e l'educazione. La forma degli spazi, la loro organizzazione, l’insieme delle percezioni sensoriali. E ancora la ventilazione e il dialogo con l'ambiente circostante sono tutti elementi che condizionano l'apprendimento, in quanto incidono in primis sul comfort psicologico dei bambini, stimolano la creatività e lo sviluppo delle relazioni».

Com’è fatta la Scuola dei Desideri Mario Silvestri

Questa scuola è un po' speciale per diversi motivi, a partire dal processo che ha condotto alla sua progettazione, che ha coinvolto gli studenti, chiedendo loro quali fossero le aspettative verso la scuola ideale; i più piccoli, in particolare, si sono concentrati su due aspetti: un edificio da cui poter vedere il cielo e colorato. Richieste semplici e genuine, come spesso accade con i bambini, che hanno trovato un riscontro nella realizzazione dell’edificio.

Non è un caso, infatti, se sulla copertura (fuor di tecnicismo, sul tetto) trovano spazio diversi lucernari che fanno entrare il cielo a lezione; il colore tinge una piazza coperta che si sostituisce ai tradizionali corridoi ed è adattabile ai diversi utilizzi della vita scolastica e cittadina (il polo assolve anche la funzione di centro civico). «Una piazza in cui i piccoli si possano percepire al sicuro, accolti e abbracciati e quindi incoraggiati e facilitati nel creare relazioni e momenti di scambio con i coetanei», proseguono i progettisti.

©Walter Vecchio

Attorno a questo spazio di condivisione si aprono gli ambienti che ospitano le lezioni e i laboratori, separati, sì, ma da pareti curve, trasparenti e scorrevoli. Si crea così un’assenza di barriere visive, non solo fra gli ambienti interni ma anche fra questi e la straordinaria natura, geoparco UNESCO, del Parco della Maiella, che entra nelle aule grazie ad ampie vetrate lungo il perimetro esterno delle classi. «La scuola è inoltre ricca di aree di lavoro e di relax, ambienti informali e nicchie per sperimentare l’individualità».

©Walter Vecchio

La sostenibilità ambientale

Ricordiamolo sempre: la sostenibilità ambientale è prima di tutto un gesto d’amore verso i più piccoli, coloro che erediteranno il pianeta che ci ospita. La Scuola dei Desideri ha inserito alcuni elementi che vanno verso un impatto ambientale minore, di cui purtroppo non si conosce la precisa incidenza; gli impatti, anche e soprattutto nell’edilizia scolastica, vanno sempre misurati anche sulla scorta dell’approvazione della direttiva europea sull’edilizia ecosostenibile, che impone che i nuovi edifici pubblici dal 2028 riducano al massimo le emissioni con un consumo energetico ridotto all’osso.

Al di là di questo, di sicuro non è comune negli edifici scolastici la scelta di una copertura dalla forma discoidale sovrastata da un giardino con specie vegetali che resistono agli attacchi di parassiti e a eventi estremi causati dall’ambiente circostante e dal clima. Seguendo il design bioclimatico, questo elemento, ci spiegano, permette di «schermare le radiazioni forti estive e far penetrare quelle utili al riscaldamento interno durante il periodo invernale». Il riscaldamento a pavimento a bassa temperatura e l’uso di recuperatori di calore e ricambio d'aria sono inoltre caratteristiche interessanti della scuola dal punto di vista energetico, così come una duna che avvolge ad anello la struttura, riparandola dai venti.