Mario Cucinella si aggiunge alle firme del Villaggio Ferrari. È suo il nuovo E-building inaugurato in queste ore a Maranello. Un progetto di rigenerazione urbana di un comparto costruito ex novo in 18 mesi: una superficie di 42mila mq su due livelli, in un’area dove sono state demoliti i fabbricati esistenti (occupati da una quarantina di terzisti della Ferrari stessa).
Cucinella arriva dopo Renzo Piano che ha disegnato la galleria del vento; le officine meccaniche, il Padiglione Verniciatura e la mensa aziendale tutti progetti di Marco Visconti; il nuovo edificio dedicato alla logistica sportiva, progettato da Luigi Sturchio; ma anche l’edificio della nuova linea di montaggio progettato dal francese Jean Nouvel, e il Centro Sviluppo Prodotto firmato da Massimiliano Fuksas.Il villaggio industriale del Cavallino Rampante si arricchisce di un tassello che guarda al futuro.
«Il progetto delinea un’architettura industriale che è anche vettore di riqualificazione di una parte consistente dell’area produttiva della città - racconta Mario Cucinella, founder & design director di MCA – Mario Cucinella Architects - grazie a strutture progettate per raggiungere i massimi livelli di prestazione energetica e tecnologica con un basso impatto ambientale, l’utilizzo di fonti rinnovabili e l’innesto di nuove aree verdi». Innovazione e design si intrecciano per valorizzare il progetto a tutte le scale, dall’edificio fino alle facciate, insieme all’identità dei luoghi in cui è inserito, in un territorio riconosciuto in tutto il mondo come eccellenza italiana del saper fare industriale e produttivo.
«Il paesaggio delle colline è quella cultura del luogo a cui si rimane collegati, visivamente» dice Cucinella, che con il suo studio Mca ha sviluppato il progetto delle facciate esterne e dei principali spazi interni del nuovo E-building, in team con lo staff Ferrari. La nuova architettura, destinata alla produzione di vetture con motore termico, ibrido e della futura Ferrari elettrica, è un parallelepipedo, alto 25 metri. Si sviluppa su due livelli principali e due piani ammezzati. La facciata continua e luminosa è costituita da vetrate opaline intervallate da porzioni trasparenti, che garantiscono un’elevata diffusione interna della luce naturale e alto comfort visivo.
Richiamando un’immagine riconoscibile, in linea con i canoni estetici di Ferrari, «il rivestimento esterno traslucido - racconta l’architetto - permette di smaterializzare la massa imponente dell’edificio, che riflette di giorno il paesaggio circostante, mentre di notte si trasforma in lanterna luminosa». Architettura e industria made in Italy: il general contractor è stato Techbau che ha fornito un servizio chiavi in mano; tra le aziende coinvolte Gualini per le facciate (10mila mq di superfici), Secco sistemi per i profili, Guardian per i vetri poi trasformati dall’azienda campana La Tecnica nel vetro.
Per i pannelli in calcestruzzo è stata coinvolta l’azienda bergamasca Styl-Comp. Per la sua trasparenza, l’edificio ricorda più un edificio per uffici che per la produzione. Attenzione anche al wellbeing, grazie alla scelta di materiali e cromie e alle aree verdi all’interno e all’esterno dello stabilimento.In linea con un processo di produzione impeccabile, che non permette margini di errore, con la massima cura dei dettagli, altamente innovativo come quello per la produzione delle auto, questa architettura si affermerà come esempio anche per le logiche del Design for Manufacturing and Assembly (DfMA) che facilita l’assemblaggio in sito delle componenti e le operazioni di manutenzione, garantendo efficienza e riducendo gli impatti ambientali legati ai materiali utilizzati e ai processi. Se è un E-building, non può che essere attento all’ambiente e al pianeta: la realizzazione è stata possibile senza consumo di nuovo suolo e il complesso è stato progettato per raggiungere un livello di prestazione NZeb di classe A2, grazie all’uso di materiali riciclabili e certificati per le minime emissioni di sostanze nell’ambiente e agli oltre 3mila pannelli solari con una potenza massima complessiva di 1,3 MW installati sul tetto che ne garantiscono l’alimentazione.