Ad Aosta, la nuova Università dialoga con paesaggio e clima

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2024
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Il nuovo Polo Universitario della Valle d’Aosta, progettato da MCA - Mario Cucinella Architects e ispirato ai ghiacciai, risponde alle sfide ambientali del nostro tempo

©Duccio Malagamba

Se è vero che, purtroppo ormai da anni, i ghiacciai si stanno ritirando e stanno scomparendo, MCA - Mario Cucinella Architects con il progetto per il nuovo Polo Universitario della Valle d’Aosta (ispirato per l’appunto all’immagine del ghiacciaio) riporta al centro dell’attenzione generale il tema del climate change e del rapporto tra l’uomo e le sue attività (tra cui l’architettura) e la natura.

Progettare un'architettura contemporanea in complicità con il paesaggio e il clima richiede un approccio integrato che deve considerare fattori ambientali, culturali e sociali diversi tra loro: dall’analisi del sito alla sostenibilità, all’orientamento e alla ventilazione naturale, all’integrazione con il paesaggio, al design bioclimatico fino al coinvolgimento della comunità locale.

©Duccio Malagamba

Un approccio olistico e integrato

L’approccio di MCA ha compiuto la sintesi ideale di estetica, funzionalità, sostenibilità, socialità. L’immagine del ghiacciaio che ispira il progetto del nuovo Polo Universitario di Aosta non è casuale e non è nemmeno un semplice gesto formale. Colori e concept creano un forte legame con il paesaggio alpino, scostandosi dalla rigidità delle preesistenze della ex Caserma Testafochi (di cui il progetto prevede la conservazione e il recupero dei principali corpi di fabbrica esistenti) a ridosso del centro storico di Aosta, e danno origine a una forma che garantisce elevate performance energetiche.

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Memoria storica e visione innovativa

“Il Polo Universitario della Valle d’Aosta rappresenta un esempio di come l’architettura possa dialogare con il territorio, rispettando il passato e aprendo nuovi spazi di condivisione per il futuro”, spiega Mario Cucinella. “Il recupero dell’ex Caserma Testafochi non è solo una riqualificazione urbana, ma un’occasione per creare un nuovo punto di riferimento culturale e formativo per la città. Il progetto dimostra come sia possibile coniugare la memoria storica con una visione innovativa, capace di rispondere alle esigenze della comunità e alle sfide ambientali del nostro tempo”.

Schema energetico by ZUP

Un nuovo landmark per la città

Il progetto del nuovo Polo Universitario, moderno landmark di Aosta, pur rispettando l’impostazione planimetrica dell’impianto originale, rivoluziona l’area aprendola alla città. Gli edifici sono progettati per ospitare spazi destinati alla didattica e alle attività comuni delle diverse facoltà, che possono accogliere circa 2 mila studenti.

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Un concept ragionato sul contesto ambientale

Il sistema di facciata rappresenta l’elemento più caratterizzante del nuovo Polo Universitario della Valle d’Aosta in relazione con gli spazi esterni, ed è stato trattato con modalità diverse tra fronte città e fronte piazza, prevedendo per quest’ultimo la creazione di un involucro intelaiato costituito da centine metalliche e da cassoni scatolari orizzontali in Betacryl, che costituiscono la struttura portante delle partizioni vetrate e opache di facciata e il sistema di schermatura solare. Strutturalmente l’edificio è progettato facendo ricorso a grandi solai in cemento armato sostenuti da una serie di setti (sempre in cemento armato): la soluzione ha permesso la realizzazione di ampie campate libere da elementi portanti e ha portato vantaggi nel posizionamento delle aule.

©Duccio Malagamba

Forme geometriche, materiali e luce naturale

Sviluppato su quattro livelli fuori terra (piano terreno, primo, secondo e terzo) e due livelli interrati, il nuovo Polo Universitario della Valle d’Aosta si caratterizza per la geometria delle forme e per i materiali delle facciate che mutano in funzione del livello e dell’affaccio, diradandosi a partire dal primo livello e presso gli spazi destinati alla didattica per garantire accesso e modulazione della luce naturale. A ridosso della piazza universitaria, invece, la pelle si deforma e si compatta in modo da consentirne l’integrazione e trasformando una parte del prospetto del nuovo fabbricato in elemento di arredo urbano.

©Duccio Malagamba

La distribuzione degli spazi

Al piano terra sono state posizionate la caffetteria e l’accesso all’Aula Magna per favorire l’accesso a piazza Jardin de l’Autonomie e rendere il piano terra permeabile sia a livello visivo, sia a livello fisico. Le aule sono distribuite su ogni livello fuori terra e sono tutte rivolte verso la città. Nei livelli interrati sono stati realizzati, oltre ai locali tecnici, due laboratori informatici, una sala studio e l’Aula Magna da 176 posti.

©Duccio Malagamba

Un edificio climaticamente reattivo

L’analisi preventiva delle condizioni climatiche di Aosta è stata fondamentale nella realizzazione di un edificio climaticamente reattivo. Individuando potenzialità e criticità dell’area (percorsi solari, dinamica delle ombre, esposizione ai venti dominanti), per il nuovo Polo Universitario sono state studiate soluzioni per una protezione efficace a condizioni metereologiche estreme. Per esempio, l’irraggiamento solare ha evidenziato un ombreggiamento generato dal versante sud sul lotto in particolare nel periodo invernale: l’ottimizzazione della forma ha suggerito una soluzione in cui la presenza dei nuovi edifici non riduca, se non in maniera trascurabile, l’illuminazione solare delle costruzioni circostanti. O ancora, l’elevata escursione termica giornaliera e stagionale, combinata con l’irraggiamento solare, ha orientato verso la progettazione di volumetrie caratterizzate dalla massima compattezza e da un elevato livello di isolamento termico.