Una «tana» sicura che si apre al mondo esterno

Pubblicato
18 Sept 2015
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Di Mariagrazia Barletta
In Emilia pronto il nuovo asilo nido firmato Mario Cucinella. Sabato prossimo a Guastalla l’inaugurazione del progetto nato lo scorso anno da un appalto integrato e firmato MC A. L’opera sostituisce i due edifici comunali danneggiati dal sisma del 2012.
Uno spazio pensato su misura dei piccoli esploratori in crescita, come il Reggio Emilia approach insegna, e un involucro smaterializzato. Appare così il nuovo nido d’infanzia di Guastalla (Re) progettato dallo studio Mario Cucinella Architects e appena terminato. Sono trascorsi circa 18 mesi dall’aggiudicazione dell’appalto, formalizzata a marzo 2014, e ora la nuova struttura è pronta. Sarà inaugurata il 19 settembre alla presenza delle istituzioni e dell’architetto Cucinella. Si tratta di una giornata importante per le famiglie del comune dalla Bassa Val Padana, la struttura andrà, infatti, a sostituire i due nidi comunali dell’infanzia danneggiati dal terremoto del maggio 2012. A godere dei nuovi spazi, immaginati dall’architetto bolognese come un «nido caldo e accogliente», saranno fino a 120 bambini da 0 a tre anni.
L’avventura è iniziata, dunque, lo scorso anno con l’aggiudicazione di un appalto integrato per la progettazione ed esecuzione dell’intervento, un bando che si distinse per aver premiato la qualità architettonica. A vincerlo erano state le imprese Scisciani & Frascarelli con Rubner Holzbau-Promo Spa e Saitec Company. Il raggruppamento aveva coinvolto MC A – Mario Cucinella Architects per il progetto.
La cura e la bellezza dei luoghi, come condizioni essenziali e diritto di ogni bambino, e il forte legame tra spazio ed esperienza dell’apprendimento, sono i criteri-guida che da ormai molti anni segnano la progettazione dei nidi e delle scuole d’infanzia di Reggio Emilia. Un contesto culturale di riferimento che non poteva non influenzare il progetto di Cucinella. Il territorio di Reggio Emilia è la culla del modello Reggio Children, centro internazionale per la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini, che svolge, tra l’altro, una costante ricerca su educazione, qualità del vivere e dell’abitare dei piccoli. Un modello, considerato d’avanguardia e seguito in tutto il mondo, che richiede una ricerca comune tra pedagogia, architettura, sociologia ed antropologia e la cui parola d’ordine è qualità ambientale.
Così, il progetto di Cucinella è pensato per stimolare l’interazione del bambino con lo spazio circostante. Un obiettivo che influenza ogni aspetto del progetto: dalla distribuzione delle aree didattiche alla scelta dei materiali, fino all’integrazione tra ambiente interno ed esterno. Le percezioni sensoriali legate alla luce, ai colori, alle sonorità, le suggestioni tattili: tutto è pensato in funzione degli aspetti pedagogici ed educativi. «La qualità dello spazio – spiegano dallo studio MC A – è un aspetto centrale del rapporto educativo con i bambini che con l’ambiente circostante stringono un legame emotivo molto intenso perché lo vivono con tutto il corpo e gli attribuiscono un senso attraverso gli odori, i suoni, gli stimoli visivi. Pertanto il nido è il riferimento simbolico del nuovo progetto: uno spazio caldo, accogliente e nello stesso tempo leggero e aperto verso l’esterno, che diventa strumento di apprendimento e svolge una funzione narrativa di scoperta e di cura della natura».
Per questo il nido è costituito da semplici elementi in legno e da ampie vetrate. La sinuosità delle strutture ed il calore del legno rimandano all’idea della tana sicura, mentre le vetrate consentono l’interazione tra lo spazio interno e l’ambiente esterno con il suo bosco. La struttura portante è realizzata in materiali naturali e riciclati a basso impatto ambientale e, ad eccezione delle fondazioni di cemento armato, è in legno. A caratterizzare gli spazi è proprio il susseguirsi di telai in legno. All’esterno la scansione degli elementi verticali dei telai riprende il motivo dei filari di alberi, che caratterizza il contesto. Tra un telaio e un altro si inserisce un’ampia vetrata. Una soluzione rivoluzionaria: legno e vetro smaterializzano l’involucro contrastando con l’idea di scuola come edificio chiuso e monolitico.
Sul fronte della strategia energetica, l’edificio punta su una buona coibentazione, su un’ottimale distribuzione delle superfici trasparenti e sull’impiego del fotovoltaico per ridurre il fabbisogno energetico. Un impianto di recupero dell’acqua piovana ne consente il riutilizzo per usi non potabili.